12/7/2018

Connessione in fibra e piano Industria 4.0: a che punto siamo?

Il Piano nazionale Impresa 4.0 è l’occasione per le aziende di cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale. Misure per il rilancio degli investimenti delle imprese, competenze, lavoro e governance sono le parole chiave.

La panoramica dell’Italia digitale di EY per CorCom, però, è piuttosto allarmante: ben 7.000 aree industriali su 11.000 censite non hanno la fibra ottica. Sono 1.700, inoltre, le aree in cui non è disponibile neanche la broadband che ormai è diffusa nel 99% della popolazione italiana.

Il progresso tecnologico pare stia lasciando indietro proprio il motore dell’economia, le aziende. Queste, infatti, hanno sempre più bisogno di una connessione internet veloce per innovarsi e competere efficacemente nel proprio business.

I dati dell’osservatorio EY mostrano che, ad oggi, solo un terzo delle zone industriali è raggiunto dalla fibra ottica oltre 30 Megabit al secondo, il 50% ha una ADSL, il 13% non ha nessuna copertura o può contare su una connettività di basso livello. Si tratta quindi di aziende che, per lacune della rete cablata dagli operatori, non possono navigare velocemente neppure volendolo.

La situazione è piuttosto preoccupante perché la mancanza di connessioni ad alta velocità complica (o rende impossibile) a molte industrie fruire dei servizi digitali di base. Di conseguenza le aziende non hanno possibilità di innovarsi secondo il piano Industria 4.0.

In queste aree grigie si concentra il 65% delle imprese italiane e i numeri civici sembrerebbero ammontare a oltre 19 milioni, corrispondenti a circa 25,5 milioni di unità immobiliari.

Intervento pubblico, piani e obiettivi

Il piano Industria 4.0 rischia di subire un brusco rallentamento. E questo nonostante i buoni risultati di accesso delle aziende italiane agli incentivi per il superammortamento sugli acquisti di macchinari e piattaforme di nuova generazione. Potrebbero, quindi, non essere raggiunti affatto gli esiti sperati per la digitalizzazione a 360° del comparto industriale nazionale e del recupero della competitività.

D’altronde va considerato che il programma prevede di raggiungere nel 2020 gli obiettivi dell’agenda digitale europea.  Quelli riguardo la Comunicazione della Commissione europea sulla Giga society segnano il 2025 come data di completamento.

Il progetto di intervento pubblico, già oggetto di una dettagliata attività di mappatura che ha consentito di misurare le lacune di connettività, vede coinvolti gli operatori di telecomunicazioni con l’obiettivo di raccogliere osservazioni sul progetto di intervento pubblico nelle aree in questione.

La situazione delineata è resa paradossale da due altri elementi.

  1. In Italia il 25% della popolazione ha un collegamento a più di 100 Mbit/s anche se soltanto il 2% dei numeri civici ha un collegamento FTTH, mentre la copertura a banda ultra larga copre il 70% delle popolazione. Ad essere particolarmente svantaggiate sono, però, le aziende. Queste, infatti, potrebbero avere un interesse e un’esigenza di navigare velocemente ancora più forte rispetto alle famiglie.
  2. Le aziende patiscono questa scarsa copertura proprio nel periodo in cui invece stanno investendo di più in tecnologia, grazie agli incentivi del piano governativo Impresa 4.0. Un avanzamento a livello tecnologia è pressoché inutile se poi non c’è la banda ultra larga per usufruirne nel miglior modo possibile.

Secondo quanto riferiscono gli studi EY, le cause del problema sono due. Da una parte è la scelta degli operatori di investire soprattutto nelle città popolose, lontano dalle zone industriali. Dall’altra, gli investimenti pubblici si sono concentrati finora – per via delle regole europee – in particolare nel Sud Italia, dove le zone industriali sono in numero minore.

Da parte nostra, noi di ZAL ci stiamo attivando per cablare autonomamente alcune aree industriali romagnole, per offrire servizi di banda ultralarga alle aziende che rientrano nelle nostre zone di competenza.

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