29/8/2017

ADSL, banda larga, DSLAM. Do you speak technology?

E tu, hai internet?”. Una frase ricorrente, che dice tutto e non dice niente. E poi una serie di vocaboli ormai entrati nel linguaggio comune come ADSL, fibra o banda larga, termini abusati nel quotidiano sul web, di cui molti però ignorano il reale significato. Di cosa si tratta esattamente? Cosa sono l’ADSL, la banda larga e a cosa serve un DSLAM? Non tutti gli internauti sono nativi digitali e come spesso accade per i termini usati nel settore delle telecomunicazioni, molto viene dato per scontato.

In questo articolo cercheremo di fare chiarezza dando alcune pillole informative senza entrare troppo nei tecnicismi. Una sorta di piccola guida per principianti, utile ad orientarsi nella giungla delle connessioni con alcuni consigli utili forniti proprio da ZAL.

ADSL, acronimo – usato in tutto il mondo- di Asymmetric Digital Subscriber Line.

E’ la tecnologia più diffusa nel nostro Paese, quella che ha favorito la trasmissione di dati ad alta velocità. Quella che ci permette, per intendersi, di accedere ai nostri siti preferiti su internet. Eppure non tutti sanno che cosa è e a che cosa serve. L’ADSL rappresenta una rivoluzione dal punto di vista digitale, per aver reso molto più veloci le ormai obsolete connessioni a 56k e 128k delle linee ISDN o le normali comunicazioni telefoniche (parlo del VoIP – Voce tramite Internet Protocol, come Skype o Whatsapp). E’ la tecnologia che ha consentito la rapidissima diffusione ed evoluzione di internet favorendo anche la multimedialità (con file musicali, video e WebTV).

L’ADSL è ancora il presente ma sta rapidamente divenendo il passato, lasciando spazio ad un nuovo protocollo (VDSL) di cui parleremo più avanti.

Il funzionamento

Le tecnologie ADSL e VDSL fanno parte della famiglia xDSL (Digital Subscriber Line) e sono asimmetriche. Ciò significa che il traffico dati in entrata (download) procede a una velocità superiore rispetto al traffico in uscita (upload). In sostanza scarichiamo una maggior quantità di dati al secondo più velocemente di quando ne riusciamo ad inviare. Sembra complesso come meccanismo, ma in realtà è semplicissimo per l’utente. L’ADSL consente il trasporto, sullo stesso doppino telefonico – o con un doppino telefonico dedicato-di voce (formato analogico) e dati (formato digitale).

Per la gestione ci si affida a diversi apparati, che in alcuni casi sono integrati in un unico dispositivo, come il modem e il router. Può capitare di confondere queste due parole, ma funzionalità e scopi sono differenti. Capirne la differenza è fondamentale.

Il modem (Modulatore e Demodulatore del segnale che viaggia attraverso i cavi telefonici) è un apparato di rete deputato alla ricetrasmissione di informazioni sfruttando la linea telefonica analogica. E’ una sorta di traduttore simultaneo, che ha il compito di trasformare le informazioni digitali dei computer in segnali/impulsi elettrici, trasportabili sulle tradizionali reti analogiche.

Spesso abbinato al modem in un unico apparato di rete, il router – instradatore, in italiano- è un dispositivo che può essere utilizzato indipendentemente dall’esistenza di una connessione a internet.

Consente di connettere alla rete a banda larga più apparati e ha il compito, appunto, di instradare e gestire il traffico di una rete locale. Nel gioco dei ruoli può essere paragonato ad un “addetto allo smistamento pacchi”.

Lo splitter permette invece di separare le bande di frequenza destinate ai due diversi segnali ed evita che si creino delle interferenze tra voce e dati.

Una volta stipulato il contratto con un fornitore di servizio, l’utente potrà avere ed usufruire della linea ADSL o VDSL. A quel punto basterà connettere il dispositivo alla linea stessa ed al proprio PC. Si potrà così navigare su internet, scaricare file. La velocità di navigazione dipende dal tipo di contratto fatto.

A livello infrastrutturale i fornitori di servizio come ZAL (Internet Service Provider), sfruttano i cavi in rame della rete telefonica tradizionale. Lo sviluppo attuale e molto prossimo, che consente l’accesso a servizi ultra-broadband (la banda larga), si basa invece sull’impiego di fibra ottica abbinata a rame (FTTC – fibra fino all’armadio di strada) e di ottica (FTTH – fibra fino a casa).

Banda larga, ecco un altro vocabolo da segnare nel taccuino: cosa è esattamente? Apriamo una parentesi. Nell’uso comune, il termine identifica l’internet veloce, ovvero la trasmissione e ricezione di una grande quantità di dati simultaneamente lungo lo stesso cavo o mezzo radio, ad una velocità superiore ai precedenti sistemi di telecomunicazione.

banda larga equivale a qualsiasi connessione ad internet (wireless o di rete fissa) fra i 2 e i 20 Mbps in download. Come banda ultralarga invece, si considerano tutte quelle connessioni che permettono di scaricare a 30 Mbps o più.

La prossima sfida è portare il 100% della popolazione a 30 Mbps e almeno il 50% a 100 Mbps entro il 2020. Le strade percorribili sono tre: fibra, rame-fibra e fixed wireless.

Passiamo ora al DSLAM, il primo centro di smistamento, un apparato spesso dislocato all’interno degli “armadi di strada”, le classiche cabine grigie che rappresentano l’ultima infrastruttura dell’operatore telefonico prima della “diramazione” delle singole linee telefoniche verso le abitazioni e gli uffici.

Quando il traffico dati esce da casa raggiunge il Digital Subscriber Line Access Multiplexer (DSLAM). A questo fanno riferimento tutte le linee ADSL/VDSL di una determinata zona. Il suo compito è quello di raccogliere tutti i segnali digitali in arrivo dai vari modem collegati sul territorio e instradarli verso un canale di comunicazione superiore o una dorsale. Ha la funzione di dialogare con i modem. Un processo, questo, che consiste nel convertire i segnali digitali elettrici ricevuti (in cui era stato trasformato per essere portato sulla rete in rame) in segnali digitali – una sequenza di simboli 0 e 1 – per poterlo poi elaborare e trasferire nella rete a commutazione di pacchetto. Serve ad inviare il tutto verso i Service Access Multiplexer (SAM) che hanno a loro volta il compito di raccogliere più flussi di traffico – originati da utenti differenti – e di unirli in un unico flusso.

Il flusso più grande proveniente da ogni singolo DSLAM confluisce poi nella rete di transito, generalmente in fibra per poi raggiungere le dorsali (backbone), ovvero le autostrade della rete. Nella pratica, un solo segnale di tipo xDSL può viaggiare su un solo doppino telefonico; per inviare più segnali su un singolo doppino, entra in gioco il DSLAM. Questo apparato permette di ampliare la copertura ADSL sul territorio, in quanto riesce a coprire un raggio teorico di 5 km. Più il DSLAM è vicino al cliente finale, tanto maggiore è la velocità effettiva di download e upload (questo aspetto è molto improntante, determina la prestazione delle connessioni).

Per poter funzionare, il DSLAM necessità di essere connesso alla fibra ottica. L’installazione rappresenta un grosso investimento: il problema maggiore è raggiungere gli apparati con una rete veloce. Questa è la ragione principale per cui le zone rurali sono scoperte da banda larga e ultralarga ed esiste il cosiddetto digital divide.

ZAL, credendo fortemente nel suo territorio, da anni, ha deciso di investire con propri apparati DSLAM. Un investimento importante per cittadini e aziende.

Lezione uno: terminata! Abbiamo cercato con questa mini guida pratica di semplificare il glossario informatico e rendere più comprensibili i termini tecnici frequentemente usati. Oltre “internet” c’è di più, e ora sappiamo cos’è.

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